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Via Cava di San Giuseppe

Via Cava di San Giuseppe

Tipologia:
Naturalistico
Archeologico – culturale
Tipo d'itinerario:
Trekking
Lunghezza:
2,5 Km circa
Tempi di percorrenza:
1,5 ore
Dislivello:↓ + 110 m
Difficoltà: media
Descrizione:
​Le Vie Cave, denominate talvolta anche Cavoni, costituiscono una suggestiva rete viaria di epoca etrusca che collega vari insediamenti e necropoli nell'area compresa tra Pitigliano, Sovana e Sorano, sviluppandosi prevalentemente tra ripide pareti rocciose di tufo, a tratti alte oltre i venti metri: queste caratteristiche costituivano anche un efficace sistema di difesa contro possibili invasori. In epoca romana, le Vie Cave entrarono a far parte di un sistema viario che si connetteva al tronco principale della Via Clodia, antica strada di collegamento tra Roma e Saturnia, attraverso la città di Tuscania, che si diramava dalla Via Cassia in territorio laziale. Il particolare microclima che caratterizza le Vie Cave, le rende oggi uno straordinario habitat ideale per varie specie botaniche, fra cui spiccano certamente numerosi tipi di felci, come lo Scolopendrium Vulgare e l'Adiantum Capillus Veneris, meglio noto come Capelvenere. Nel comprensorio di Pitigliano, molte sono le Vie tutt’oggi percorribili: la Via Cava di Poggio Cani (la più vicina al borgo), la Via Cava di Fratenuti (la più particolare, con pareti alte fino a 20 m), la Via Cava della Madonna delle Grazie (che arriva fino all’omonimo santuario), la Via Cava del Gradone (all’interno del Museo all’aperto Alberto Manzi, con due necropoli etrusche), la Via Cava di San Giuseppe appena oltre il fiume Lente. Quest’ultima, in particolare, è fra le Vie più suggestive del territorio, oltre ad essere la più lunga e conduce, oltrepassata la Fontana dell’Olmo (un elemento architettonico della quale è conservato presso il Museo Civico Archeologico della Civiltà Etrusca), fino a Sovana. Anche in questo caso una necropoli etrusca è visibile lungo il percorso. A questa Via Cava, infine, è legata la tradizionale fiaccolata di San Giuseppe che si svolge il 19 marzo. Il legame tra antichi riti pagani e l'atmosfera, che perdura ancora oggi, dell’oscurità lungo il percorso, risale all'epoca cristiana, quando venivano scavate di piccole nicchie con immagini sacre dipinte, i cosiddetti "scacciadiavoli", allo scopo di proteggere i viandanti.

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